Cosa si intende per “infortuni sul luogo di lavoro”?
Nel Testo Unico sono identificati come “tutti i casi di infortunio che avvengono per causa violenta in occasione di lavoro, da cui derivi la morte o un’inabilità al lavoro, assoluta o parziale, ovvero un’inabilità temporanea che importi l’astensione dal lavoro per più di tre giorni.”
Gli obblighi del datore di lavoro
Come previsto dall’art. 2087 del codice civile l’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro.
Il Testo unico sulla Sicurezza, d.lgs. n.81 del 2008, si occupa di elencare gli elementi che il datore di lavoro ha l’obbligo di applicare:
- la redazione e l’aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi
- la stesura delle relazioni tecniche
- la formazione e l’informazione dei lavoratori sui fattori di rischio e sulle corrette misure da adottare per prevenirli e limitarli
- la distribuzione e il controllo sull’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali (ccdd DPI)
- l’effettuazione della sorveglianza sanitaria.
Quando il datore risponde penalmente degli infortuni?
Recentemente un lavoratore ha denunciato il proprio datore di lavoro per un infortunio occorsogli durante la sua attività lavorativa.
Accusava infatti il titolare di non avergli fornito idonei DPI (in questo caso guanti) e in conseguenza di ciò aveva riportato una ferita del 3° e del 4° dito della mano destra ed una lesione del tendine estensore.
Il datore di lavoro veniva ritenuto responsabile, sia in primo grado di giudizio, davanti al Tribunale e in seguito anche in Appello. L’asserito incarico di sicurezza che lo stesso dichiarava di avere affidato ad un professionista non lo esimeva dalla responsabilità nei confronti dei suoi dipendenti.
La Cassazione Penale, interessata del caso così stabiliva (vedi sentenza 22628/2022):
L’affidamento ad una ditta esterna non trasferisce gli obblighi di prevenzione, assicurazione e sorveglianza gravanti sul datore di lavoro.
Questi possono essere trasferiti solamente in condizione che l’atto di delega riguardi un ambito ben definito, e investa un soggetto qualificato per professionalità e esperienza.
Per questo motivo, la Suprema Corte ha disposto un rinvio del giudizio, al fine di approfondire quale fosse l’attività di consulenza prestata al datore di lavoro, l’ampiezza e la specificità dell’oggetto, nonché la competenza del consulente.
Questa decisione consente di chiarire che, anche nell’ipotesi in cui una azienda si affidi ad un consulente esterno per la “gestione” della sicurezza dei suoi dipendenti, dovrà accertare innanzitutto la professionalità ed esperienza del delegato, nonchè stabilire in maniera precisa e chiara quali siano i compiti a lui affidati.
Diversamente, il datore di lavoro rimane il primo responsabile per gli infortuni in cui incorrono i suoi dipendenti per inadempienze in materia di sicurezza.