La messa in liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca ha creato non poco scompiglio tra creditori, debitori, obbligazionisti ed azionisti e tuttora non risulta chiaro quale sarà precisamente il destino di tutti. Cerchiamo, per quanto possibile, di mettere luce sulla vicenda.
Poveri azionisti…
L’aggettivo “poveri” riferito agli azionisti delle due banche venete risulta, purtroppo, il termine più appropriato per descrivere la situazione di migliaia di persone che credevano di aver posto al sicuro il proprio denaro e, invece, si ritrovano oggi con le azioni completamente azzerate.
Prima della messa in liquidazione coatta amministrativa della Banca, vi era certamente la possibilità per i risparmiatori di attivarsi giudizialmente per tutelare i propri diritti, nel tentativo di recuperare quanto investito.
Infatti, molti di loro avevano proprio intrapreso tale percorso, che però è stato bruscamente interrotto dall’apertura della procedura concorsuale succitata.
In cosa consiste la liquidazione coatta amministrativa?
Che impatto ha sulle cause civili degli azionisti già in corso e quali sono le prospettive future di detti clienti alla luce anche della cessione a Intesa San Paolo?
La liquidazione coatta amministrativa (d’ora innanzi LCA) è una procedura simile al fallimento riservata solo ad alcune categorie di imprese (fra cui le banche, le assicurazioni, le cooperative e le società a partecipazione pubblica).
Presupposto per la dichiarazione della LCA è che la società sia incapiente/ insolvente e ciò vuol dire che la stessa non ha più la liquidità necessaria per proseguire nell’attività.
Questo tipo di procedura riferita alle Banche è disciplinata dagli artt. 83 e seguenti del Testo Unico Bancario.
All’art. 80 è previsto che la LCA viene dichiarata dal Ministero dell’economia e delle finanze, su proposta della Banca d’Italia mediante decreto. A seguito di detto decreto, la Banca d’Italia nomina uno o più commissari liquidatori e un comitato di sorveglianza composto da tre a cinque membri, che nomina a maggioranza di voti il proprio presidente (art. 81).
Prosegue poi l’art. 83, specificando che dalla data di insediamento dei commissari e comunque dal sesto giorno lavorativo successivo alla data di adozione del provvedimento che dispone la LCA, la Banca non potrà più eseguire alcun pagamento né restituire beni ai terzi. E ancora, dal termine suddetto, contro la banca in liquidazione non può essere promossa né proseguita alcuna azione giudiziale.
Dalla lettura dell’art. 83 TUB, risultano subito evidenti due conseguenze per gli azionisti delle Banche venete:
- BPVi e Veneto Banca non possono più eseguire alcun pagamento di sorta. Dunque, ad esempio, gli azionisti di BPVi, che avevano aderito all’accordo transattivo di qualche mese fa e che non sono ancora stati soddisfatti, non potranno ricevere quanto a loro spettante dalla LCA, che è impossibilitata a qualsiasi tipo di operazione di versamento;
- Tutte le cause civili intentate dagli azionisti e che erano pendenti innanzi al Tribunale sono interrotte e non possono essere proseguite nei confronti della Banca.
Cosa resta da fare agli azionisti delle banche popolari venete?
La risposta è fornita dall’art. 86 del TUB. Questa norma stabilisce che, entro un mese dalla nomina, i commissari comunicheranno a ciascun creditore l’indirizzo di posta elettronica certificata della procedura e le somme risultanti a credito di ciascuno, secondo le scritture e i documenti della banca.
Medesima comunicazione verrà data a coloro che detengono beni o strumenti finanziari in possesso della Banca. Coloro invece che non riceveranno detta comunicazione dovranno chiedere ai commissari, mediante raccomandata con avviso di ricevimento, il riconoscimento dei propri crediti e la restituzione dei propri beni, presentando i documenti atti a provare l’esistenza, la specie e l’entità dei propri diritti e indicando l’indirizzo di posta elettronica certificata al quale ricevere tutte le comunicazioni relative alla procedura.
Tale domanda deve essere avanzata entro 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto di dichiarazione di LCA.
Dunque, premesso che gli azionisti delle Banche venete non sono considerati creditori, con tutta probabilità non riceveranno la comunicazione dai commissari e pertanto avranno tempo sino al 24.08.2017, per presentare domanda ai medesimi organi liquidatori di essere
ammessi al passivo, allegando la relativa documentazione e le ragioni delle proprie pretese creditorie.
Successivamente, i commissari presenteranno alla Banca d’Italia l’elenco dei creditori ammessi e delle somme riconosciute a ciascuno e di coloro cui è stato negato il riconoscimento delle pretese dandone specifica comunicazione. Questi ultimi avranno, a quel punto, un’unica
alternativa per tentare di insinuarsi nel passivo e di ottenere almeno in parte il denaro perduto: proporre opposizione allo stato passivo, ai sensi dell’art. 87.
Tale opposizione dovrà essere avanzata entro 15 giorni dalla comunicazione del rigetto della domanda al Giudice del luogo in cui ha la sede legale la LCA. Da lì si aprirà una vera propria causa civile, nella quale il Giudice dovrà accertare se effettivamente il ricorrente ha il diritto di entrare nella procedura come creditore oppure no.
In caso di vittoria, dunque, il ricorrente sarà a tutti gli effetti un creditore e concorrerà per la distribuzione delle somme che la LCA ricaverà.
È bene tener conto, sul punto, che nella procedura di liquidazione vi è una gerarchia di creditori. I primi debiti che andranno ripianati sono le spese della procedura LCA (compensi dei commissari liquidatori ecc.), poi (nel caso delle Banche Venete) verrà pagata Intesa San Paolo e ciò in virtù dell’accordo di cessione intercorso, successivamente verrà ristorato lo Stato, poi i creditori con privilegi, poi i chirografari e per ultimi proprio gli azionisti.
Quali sono i tempi?
Al di là dell’imminente scadenza del 24.08.2017, sarà necessario attendere che i commissari presentino l’elenco dei creditori ammessi e rigettati. Secondo il TUB, tale elenco dovrebbe essere presentato entro 30 giorni dalla scadenza del 24.08.2017. Di fatto, è presumibile pensare che ci vorranno mesi se non forse un anno, perché i commissari riescano a ricostruire tutta la situazione debitoria delle Banche.
Dopo la presentazione di detto elenco e dopo la lettera di rigetto, gli azionisti esclusi dovranno nel termine, perentorio di 15 giorni, fare opposizione. I tempi della causa di opposizione sono quelli ordinari di qualsiasi processo. Altrettanto, la tempistica per la chiusura della LCA è simile a quelle delle procedure fallimentari, che, è noto, nei casi più complicati (come certamente sono quelli di BPVi e di Veneto Banca) durano anche decenni.
E a coloro che hanno aderito all’accordo transattivo pre- LCA e hanno già ricevuto la liquidazione, cosa accadrà?
La Legge Fallimentare dichiara che devono essere revocati e dunque restituiti alla procedura tutti i versamenti di denaro fatti nei 6 mesi precedenti dall’impresa.
Dunque, in linea teorica, la LCA avrebbe il diritto di chiedere agli azionisti di restituire quanto ottenuto in sede transattiva. In pratica, però, è del tutto logico ritenere che i commissari non spenderanno tempo e denaro per promuovere azioni revocatorie nei confronti di detti azionisti, in quanto trattasi di importi non elevati, il cui recupero genererebbe invece importanti costi di giustizia. Ad ogni modo, anche coloro che, aderendo all’accordo, credevano di aver chiuso definitivamente la propria sventura con la banca veneta, invero non potranno dormire sonni tranquilli.
E coloro che avevano rapporti attivi e in bonis con le banche oggi in LCA?
Stanno per ricevere, o avranno già ricevuto, comunicazione da Intesa San Paolo che il loro rapporto proseguirà indisturbato con detto Istituto, che sicuramente rappresenta una Banca, almeno allo stato, solida e sicura.
Al di là dei singoli passaggi spiegati sopra, ciò che tutti vorrebbero sapere con certezza è se la LCA avrà effettivamente la liquidità necessaria per soddisfare tutti i creditori.
Ad oggi ovviamente è impossibile dare una risposta sicura. Si possono solo formulare alcune considerazioni sullo stato dell’arte e per l’effetto, trarre alcune conclusioni:
- La c.d. Badbank (ovvero la LCA) ha un patrimonio di 18 miliardi di crediti c.d. deteriorati (tra i quali ad esempio mutui impagati…) oltre ad una garanzia di 8 miliardi (elevabile ad altri 10 miliardi) sulle passività che dovessero maturare nella LCA;
- L’attività liquidatoria si concentrerà chiaramente sul recupero di dette somme;
- Una situazione simile a quella delle banche venete è accaduta con Banco di Napoli. Proprio di recente sono stati pubblicati i risultati della gestione ed è emerso che è stato recuperato il 90% dei crediti deteriorati in gestione con un bilancio in attivo di 752 milioni di attivi. Se i commissari liquidatori delle banche venete riuscissero in un pari intento, si potrebbe pensare che ci sarà un importante disavanzo da destinare proprio agli azionisti oggi azzerati;
- L’offerta pubblica di transazione, di cui si parlava sopra, è stata comunque accettata dal 72% dei clienti BPVI e dal 75% dei clienti Veneto Banca, i quali dunque hanno rinunciato a qualsivoglia ulteriore pretesa e pertanto gli azionisti azzerati delle due banche, ad oggi, sono
rispettivamente il 28% ed il 25%.loro rapporto proseguirà indisturbato con detto Istituto, che sicuramente rappresenta una Banca, almeno allo stato, solida e sicura - Da queste due ultime percentuali certamente bisognerà decurtare una percentuale di azionisti che decideranno di non partecipare e altri che, visti i tempi stretti (24.08.2017), non riusciranno a depositare in tempo la domanda.
Vale la pena per gli azionisti provare a far valere i propri diritti?
Nonostante tutte le complicazioni e le difficoltà che derivano da questa operazione, certamente la risposta a nostro avviso è SI per chi ha investito somme importanti, consapevoli che si tratta di un tentativo dall’esito comunque incerto ma da preferire alla certezza di avere perso i risparmi di una vita.
Pertanto, senza perdere altro tempo, raccogli la documentazione e presenta tempestivamente la domanda, affidandoti opportunamente a professionisti del settore, per scongiurare qualsiasi possibile disguido o errore.